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Caro ct, grazie per i fantasmi che agitano i suoi sogni


Mauro Berruto è il nuovo allenatore della Nazionale italiana di pallavolo. Un allenatore filosofo, un allenatore scrittore, un allenatore che arriva dall’oratorio… Queste sono soltanto alcune delle cose scritte su Berruto nei giorni coincidenti con la ‘lunga’ investitura del tecnico torinese con il tam-tam andato avanti per giorni e la nomina via tv (caso più unico che raro) del presidente Carlo Magri arrivata con due giorni d’anticipo rispetto alla ratifica del consiglio federale.

Tutto vero. Prima ancora, però, Mauro Berruto è un uomo testardo al punto giusto, ottimo motivatore, grande osservatore, poco incline al ruffianesimo (così Boccaccio chiamava quest’arte invisa a molti e amatissima da altrettanti), capace di condensare in poche frasi i propri pensieri. Basta leggere alcune delle note sul suo profilo Facebook, per esempio quelle scritte in occasione delle ultime trasferte di Coppa della Lube Macerata. Non parla di pallavolo ma di vita. Parlava di vita anche in ‘Andiamo a Vera Cruz con quattro acca‘ e ‘Indipendiente sporting‘, i due libri che ha scritto nel 2005 e nel 2007 che meritano di essere letti.

Ho imparato a conoscere un po’ il nuovo tecnico azzurro durante il suo anno trascorso sulla panchina dell’Acqua Paradiso Monza. Una squadra che Berruto è riuscito a portare oltre quel limite che ‘gli altri’ avevano fissato in una stagione attraversata dal grande dolore per la scomparsa del presidente Marcello Gabana. Una squadra che Berruto ha lasciato (e qualcuno non l’ha presa bene) per inseguire un sogno. Il sogno di poter lottare per lo scudetto, per una Coppa Europea, per la Coppa Italia. In definitiva il sogno di chiunque fa il suo mestiere (e non credete a chi dice di essere appagato, solo gli sconfitti in partenza lo sono). Adesso di sogni Mauro deve cominciare ad inseguirne altri, quelli che difficilmente avrebbe potuto realizzare alla guida della Finlandia (portata comunque a una dignità pallavolistica tale da meritarsi il rispetto del mondo dello sport di quel Paese): sogni di bronzo, d’argento, d’oro che condividerà con tantissime persone che perdoneranno poco o nulla. Sogni a cinque cerchi che popoleranno le sue notti e suoi giorni insieme ai fantasmi che ogni sogno inevitabilmente si trascina dietro. Fantasmi di cui Mauro Berruto, uno capace di dire “mi sta cambiando il mondo intorno. Spero proprio di non cambiare io“, è perfettamente consapevole.

Una consapevolezza talmente umana che merita un ‘in bocca al lupo’ ancora più grande rispetto a quello per il nuovo incarico di ct che assumerà al termine della stagione marchigiana. Niente doppio incarico per lui che si dedicherà quasi anima e corpo al suo sogno. Però caro ct, visto che era abituato ad allenare un club e una nazionale, non è che dedicandosi solo alla nazionale azzurra, riuscirà a trovare il tempo di regalarci anche un altro libro?

Caro ct, grazie per i fantasmi che agitano i suoi sogni ultima modifica: 2010-12-19T15:48:00+01:00 da Mariella Caruso

Pubblicato il 19-12-2010  

Sull'autore

Mariella Caruso

Giornalista professionista per il settimanale Telesette, mamma e nonna. Vado in giro, incontro gente e qui racconto di me, del cibo che assaggio e cucino, della gente che incontro e della mia Sicilia

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