Questa è una domanda ricorrente (ride). Correre in strada non mi bastava più, la libertà, il benessere e le emozioni che mi dà il deserto sono impagabili. Al di là dell’agonismo, è un modo per sfidare me stessa in mezzo alla natura. Sin dalla prima volta sono rimasta colpita dalla diversità dei paesaggi che vanno dalle dune ai grandi laghi salati secchi, dai colori meravigliosi e dalla semplicità della gente che ogni tanto mi ritrovo davanti all’improvviso senza sapere da dove spunti.
Il deserto non mi fa paura. Nell’atto semplicissimo della corsa mi sento quasi protetta dalla natura. Naturalmente se, poi, ripenso a posteriori a qualche episodio, mi do della pazza. Come quella volta nel 2007 in Mauritania quando dopo un’ora di gara ero già completamente sola.
Dire che non mi importa di vincere sarebbe una bugia. In ogni esperienza è il risultato finale che conta. E io non posso lamentarmi: sono sempre arrivata tra le prime dieci donne, ho vinto il Grand Raid Sahara nel 2007 in Mauritania, sono arrivata seconda in Cile l’anno scorso anche se l’emozione più grande è stata la vittoria di una tappa alla mia prima partecipazione alla Marathone des sables nel 2004.
Uno sport che m’impegna e per il quale faccio sacrifici. Sono socia di un negozio di articoli sportivi, mi alleno al mattino presto per non sottrarre tempo alla famiglia. Prima mi allenavo da sola, adesso mi dà una mano Andrea Gornati di Runnig4you.
Adesso non più. I miei figli possono seguire le mie tracce tramite il gps in dotazione nelle gare perché, dopo le prime esperienze in cui passavo più tempo a rispondere alle chiamate, quando non è obbligatorio, lascio a casa il telefonino.
Non ci pensano affatto. Anche il mio ex marito, Riccardo Polizzi che è stato un ottimo centometrista, non ha mai condiviso l’idea di questi grandi sacrifici per affrontare una gara. Però ho promesso a un gruppo di donne che ho conosciuto su Facebook di accompagnarle nel deserto. Nel frattempo organizzo gare su strada a Palermo con l’Asd Palermo H13.30 della quale sono presidente. Nome strano? No, perché noi siamo quelli che si allenano alle 13,30. L’appuntamento è alla Favorita.
@mariellacaruso
@volevofare
(Pubblicato, più o meno pedissequamente, sul quotidiano La Sicilia del 24 gennaio)