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Parità di genere in pasticceria: le sfide delle donne secondo Lorena Lo Presti

La presidente dell’Associazione cuochi meneghini: «Le donne in pasticceria devono ancora lottare per la parità»

Lavorare in pasticceria per una donna non è solo una questione di impasti e levatacce: la vera sfida è superare la mentalità che vede la ristorazione come un settore maschile. Le donne in pasticceria affrontano pregiudizi ancora radicati, come l’idea che un sacco di farina da 25 chili sia troppo pesante per loro. Della parità di genere ho parlato, nella Giornata Internazionale della donna, con Lorena Lo Presti, presidente dell’Associazione cuochi meneghini, sezione milanese della Federazione italiana cuochi, pasticciera e formatrice, consulente specializzata nelle intolleranze alimentari che aiuta chef e aziende a colmare i gap in materia.

«Purtroppo – ammette Lo Presti – nel 2025, nonostante qualche progresso, nel mondo della ristorazione e della pasticceria permane ancora la mentalità maschilista e le donne devono ancora lavorare per la parità. Il problema vero è scardinare la convinzione diffusa che una donna non possa affrontare certe fatiche fisiche e che non possa organizzarsi. Una mentalità dura da cambiare, ma credo e spero che gradualmente scomparirà».

Le difficoltà delle donne in pasticceria rispetto alla cucina

Questa mentalità riguarda solo la pasticceria?
«No, ma in pasticceria è particolarmente forte perché gli orari sono impegnativi, anche più di quelli della cucina: mentre in cucina si può arrivare anche alle 10, in pasticceria alle 6 del mattino le brioche devono già essere in forno, affinché siano pronte per il pubblico all’ora di colazione. Quando gli altri riposano o sono in vacanza, i pasticcieri lavorano. Domeniche e feste comprese. Serve una grande passione, e questo spesso spaventa, soprattutto le donne».

Da presidente dell’Associazione cuochi meneghini ricevi testimonianze di donne che vogliono far sentire la propria voce?
«Non abbastanza. Le donne tendono ancora a fare un passo indietro, temendo forse di essere messe da parte. Invece dovrebbero avanzare con determinazione, far rispettare il loro pensiero e non lasciarsi scoraggiare dal fatto di poter essere giudicate negativamente».

Donne e parità di genere nella ristorazione: un percorso ancora lungo

Secondo te cosa serve concretamente per migliorare la situazione?
«Le donne devono imparare a farsi sentire di più e avere coraggio. Anche quando veniamo giudicate “troppo assertive”, dobbiamo rispettare il nostro pensiero. Dobbiamo insegnarlo anche alle nuove generazioni, per accelerare questo cambiamento culturale. E dobbiamo imparare a fare gruppo: personalmente è il mio approccio, ma a volte noto che è più facile creare coesione con gli uomini che con le altre donne».

Perché?
«Mi dispiace dirlo, ma capita spesso che fra donne non ci si aiuti abbastanza. Io spero che questo retaggio finisca presto, soprattutto con le nuove generazioni».

Non potrebbe essere che le donne, abituate a dover lottare, finiscano per competere fra loro?
«Può darsi, anche se non vorrei fosse così. È una dinamica che dobbiamo superare. Dobbiamo imparare a collaborare di più tra donne, altrimenti rischiamo di rallentare ulteriormente il cambiamento».

Parità di genere in pasticceria: le sfide delle donne secondo Lorena Lo Presti ultima modifica: 2025-03-08T19:33:13+01:00 da Mariella Caruso

Pubblicato il 08-03-2025  

Sull'autore

Mariella Caruso

Giornalista professionista, ufficio stampa per Pradivio Pr, mamma e nonna. Vado in giro e qui racconto di me, del cibo che assaggio e cucino, della gente che incontro, di ciò che mi interessa e della mia Sicilia

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