
Ci sono i neon che ricordano una Milano d’altri tempi. E c’è pure il jukebox (e poco importa anche se è spento). I vinili riempiono le pareti. Da Glory Pop, in via Correggio, la pizza diventa un pezzo di immaginario Anni ’80 che si riprende il suo spazio. La scritta My head says insalata but my heart says pizza, accoglie chi entra con un messaggio chiaro: qui si viene a stare bene.
Un’idea giovane e nostalgica insieme, pensata da Salvatore Venuto, nato e cresciuto a Crotone, che negli Ottanta non era neppure nato. Ciò non gli ha impedito, insieme ai soci e pizza chef Gianmarco Michieletto e Samuele Cantisani – veneto il primo, lucano l’altro – di dare vita a Glory Pop, dove pop sta per Place of Pizza. Un posto talmente pop dove è possibile anche scegliere…
Glory Pop: due impasti, due approcci
C’è la 180gr, sottile, pensata per chi cerca una pizza asciutta e leggera. Impasto diretto, idratazione tra il 65% e il 70%, lunga maturazione a freddo e croccantezza al morso. Oppure c’è la Pop, più morbida, con un cornicione che richiama Napoli, ma rimane meno pomposo di quello contemporaneo. La Margherita stracciata tiene insieme le due anime, mettendo d’accordo sia gli appassionati della croccante, sia della pop.

Accanto alle pizze, una serie di piatti comfort che raccontano un’idea di condivisione semplice: friselle con stracciatella, crudo 24 mesi, carciofini e zest di limone; pane bruscato con salsiccia cruda toscana, capperi e senape, polpette di manzo al sugo.
Si chiude coi dolci, anche questi (manco a dirlo), rigorosamente d’antan: con l’immancabile salame al cioccolato e cheesecake che vengono “completate” con salse homemade: d’obbligo assaggiare quella fatta coi Lotus Biscoff.

Una storia che parte da lontano
Dietro Glory Pop c’è una storia che parte da lontano. Salvatore Venuto è cresciuto a Crotone, dove il padre immaginava per lui un futuro nell’impresa di famiglia: costruzione di porte e infissi. Ma Salvatore aveva altri progetti. Da Crotone a Milano c’è un mondo di distanza, e non solo geografica. Arrivato al «Nord», Salvatore studia e lavora nelle discoteche, primo passo della strada verso l’indipendenza. Poi è arrivata la fascinazione per il food, l’esperienza da Pizzium, l’incontro con Gianmarco Michieletto e Samuele Cantisani; il passaggio da Carmelina e, infine, la nascita di Glory Pop. I legami familiari, però, sono come gli infissi: resistono al tempo e alle distanze: a Glory Pop li ha installati papà Venuto, a ricordare che certi cerchi si chiudono senza fare rumore.
E dopo la prima apertura di novembre 2023, una seconda sede milanese è in programma, e si guarda oltre… con discrezione.