Cabine telefoniche come i panda, «adottatele con una mail». Un titolo di oggi dalla prima pagina di Repubblica che mi ha riportato indietro nel tempo. Un tempo che gli adolescenti di oggi neppure immaginano ma che ha scandito il trascorrere dei giorni di ogni quarantenne ai tempi dei primi amori. La ‘cabina telefonica’ e i ‘gettoni’ prima delle 200 lire e delle schede telefoniche. Così come oggi tutti i ragazzini hanno in tasca un telefonino, trent’anni fa tutti noi ragazzini avevamo in tasca un gettone. Per chiamare la mamma e dire che avremmo ritardato, per chiamare il ‘fidanzatino/a’ e dire che potevamo vederci, per chiamare l’amica/o. Erano i tempi dei telefoni duplex, quelli in condivisione tra due famiglie che si dividevano il costo del canone. Cosicché si doveva sperare che la linea fosse libera quando serviva. Sennò, in caso d’urgenza, era la cabina telefonica a venirci in aiuto. Anche quella a patto che fosse libera. Chi non hai mai fatto la fila a una cabina telefonica sperando ardentemente che la conversazione in corso non fosse una sequela di ‘Mi ami? Ma quanto mi ami? Mi pensi? Ma quanto mi pensi?’. Giusto per rimanere nel copyright di una fortunata (e asfissiante) campagna pubblicitaria della Telecom quando ancora si chiamava Sip.
Ecco per questo mi piacerebbe adottare una cabina telefonica. Un simbolo di un passato che sembra così lontano… ma che, invece, è ancora tanto vicino. Mi sa che manderò una mail!!!
Elogio della cabina telefonica
Elogio della cabina telefonica
ultima modifica: 2009-12-30T21:59:00+01:00
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Quando volevo disturbare qualcuno che mi stava pesantemente sui paesi bassi, a mezzanotte chiamavo dalla cabine telefonica lasciando la cornetta penzolare. Insomma una bastardata…
Da noi in Sicilia qualcuno l’ha staccata per farci una cabina doccia da montare nel giardino.