Al di là del fatto che la loro musica possa piacere o meno, i testi dei Litfiba non sono mai banali. Non fanno eccezione nemmeno quelli dell’ultimo album Eutòpia: In nome di Dio è dedicata alle vittime del Bataclan; Maria Coraggio alla testimone di giustizia Lea Garofalo, poi vittima della ‘ndrangheta, e alla figlia Denise; Intossicati alla lotta per non far installare un inceneritore nei pressi di Firenze e alla Terra dei fuochi e, infine, Santi di periferia che Pelù, mi ha confessato, gli è stata ispirata anche dai ragazzi del quartiere catanese di Librino, uno di quei quartieri “a rischio” dei quali sono disseminate le città del Sud, ai quali El Diablo tenne, a sorpresa, una lezione di musica nell’estate 2015.
Quest’ultima dedica, di cui avevo parlato in occasione dell’uscita di Eutòpia nelle pagine del quotidiano “La Sicilia”, è stata d’ispirazione a quegli stessi ragazzi che, sabato pomeriggio in occasione della tappa catanese dell’in-store tour dei Litfiba, hanno dedicato loro, e a Piero Pelù in particolare, un flashmob. Diretti dalla maestra Alessandra Toscano i giovani di “Musica Insieme a Librino” hanno eseguito Io ci sarò, pezzo del 2000 tratto da “Né buoni, né cattivi” primo album solista del rocker fiorentino dopo la separazione (poi diventata momentanea) da Ghigo Renzulli. Anche se il sogno per l’orchestra e il coro infantile “Musica insieme a Librino”, come ha raccontato Simone Russo nel pezzo pubblicato ieri su La Sicilia, è poter cantare Santi di periferia insieme ai Litfiba. Il messaggio a Piero e Ghigo è recapitato.
di Mariella Caruso