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La moka? Roba d’antiquariato


Ci sono ricascata. Ventiquattrore dopo le cabine telefoniche mi sono rifatta intenerire. Stavolta, niente poco di meno che dalla moka. Sì, la moka. Proprio lei. Domenica scorsa ne ho vista una su un banchetto in un mercatino dell’antiquariato a Nizza. Lì per lì mi sono domandata che cosa ci facesse fra anticaglie di varia umanità. Non me ne capacitavo dal momento che io la utilizzo ancora tutti i giorni. Amo il profumo che si spande per la casa e pure il borbottio che annuncia quel liquido scuro chiamato caffé.

Stamane, però, leggendo i quotidiani (e ti pareva…) mi sono imbattuta nella notizia della delocalizzazione della Bialetti, quella dell’omino coi baffi. L’azienda di caffettiere chiude lo stabilimento italiano di Omegna (mettendo in mobilità i 120 dipendenti) e trasferisce la produzione in Romania. E allora mi sono resa conto che quel simil-antiquario di Nizza non aveva tutti i torti.

Chissà, forse sarò una delle poche irredimibili a non essersi fatta ancora blandire dalle comode e moderne macchinette a cialde. Scegli quella che vuoi, metti dentro, premi un bottone e aspetti che il caffé sia pronto. Invece a me piace tenere in mano la mia moka (confesso di aver rubato quella di mamma, perché la moka più è usata più fa il caffé buono), riempire di acqua la caldaietta (in realtà qualche giorno fa l’ho scordato e addio guarnizione), sistemare la miscela di caffé nell’imbutino e pressare al punto giusto… poi avvitare, accendere il fornello e aspettare. Un rito ormai demodé, rubato alla quotidianità dalle ‘cialde’. Comode sì, ma lontane anni luce dalla bontà del caffé del bar. E naturalmente a quello non rinuncio.

La moka? Roba d’antiquariato ultima modifica: 2010-04-08T19:01:00+02:00 da Mariella Caruso

Pubblicato il 08-04-2010  

Sull'autore

Mariella Caruso

Giornalista professionista per il settimanale Telesette, mamma e nonna. Vado in giro, incontro gente e qui racconto di me, del cibo che assaggio e cucino, della gente che incontro e della mia Sicilia

4 commenti

  • La moka non si tocca! E tra i suoi pregi c’è anche la possibilità di sbagliare e fare il caffé senz’acqua o senza caffé 🙂

  • ti dirò di più, in confronto al caffè di certi bar (soprattutto qui al centro sono molto “turistici”) preferisco il caffè della mia moka. E poi è il mio momento di relax a casa. Non sarebbe la stessa cosa con la macchinetta
    Valeria

  • E qui sì che calza a pennello il famoso slogan “Toglietemi tutto ma non la mia moka!” Anche io sono un iscritto alla confraternita della caffettiera tradizionale … ma ho sempre messo sia l’acqua che il caffè!

    Lorenzo G.

  • Non scherziamo! La moka non si tocca! Concordo con Lorenzo: toglietemi tutto man non la mia moka! In tutte le cene a casa di amici il caffè è ad esclusivo appannaggio mio perchè, dicono, “lo faccio buono”. Non so come, perchè anch’io a volte non ho messo acqua o caffè… Senza moka come farei??? “Fai tu il caffè perchè inserisci bene la cialda”???? Hasta la moka siempre!

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