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Io sto con Balotelli


Controcorrente. Una voce fuori dal coro sul ‘caso’ Balotelli. La mia. Giornalista, anche di cose di sport, ma prima di tutto mamma… adottiva. Io sto con Balotelli. Non con i suoi comportamenti. Non con le sue esagerazioni. Non con i suoi bronci e con le sue arrabbiature. Io sto con il ‘ragazzo’ Balotelli. Sto con l’adolescente che sta percorrendo la strada per diventare uomo.

Non sto con i suoi comportamenti… ma li comprendo. Completamente. Anche se sono quasi certa che di esagerazioni, bronci e arrabbiature ce ne saranno ancora. Sta nella natura delle cose. Nel percorso di crescita di ognuno di coloro che deve metabolizzare un rifiuto. E che rifiuto. Non quello di una fidanzata o un fidanzato, di una moglie o di un marito. Non il tradimento di un amico. Ma «il» rifiuto. Quello di una madre, di un padre, di una famiglia. Quello che viene fuori in quella provocazione ossessiva che scatta, anche senza apparente motivo (e a maggior ragione quando il motivo esiste), in qualunque momento della vita solo per ottenere un’accettazione incondizionata. «Io ti voglio così come sei», è la risposta attesa. Una risposta difficile da dare, ma non impossibile. Una risposta che deve essere incondizionata ma argomentata. Perché ‘amare’ significa anche educare. E quindi ben vengano le tirate d’orecchie, le punizioni, le spiegazioni. Ma accompagnate dall’affetto.

Nel caso di Balotelli, che non conosco ma di cui mi piacerebbe scoprire quel 20% che non è sotto i riflettori, nell’ordine: i cori razzisti in ogni stadio al grido di ‘Non ci sono neri italiani’, il bastone e la carota ‘pubblici’ di Mourinho, la pretesa delle scuse ufficiali per un comportamento che non lo era, i calci in culo di Materazzi di cui si vocifera, i quasi ‘corpo a corpo’ con Mourinho di cui si legge, la disapprovazione dei compagni tutti e lo ‘scaricamento’ pubblico di alcuni in particolare, i fischi di San Siro di martedì notte e la ‘cacciata dal paradiso nerazzurro’ da parte dei tifosi della curva nord per lo spregio della maglia gettata in terra nel giorno della vittoria contro il Barcellona, quale peso pensate che abbiano… se non riaprire ogni volta la ‘ferita’ di un abbandono ben più grande e molto più doloroso?

Nella sua strafottenza, nel suo essere contro tutto e contro tutti bollato quasi universalmente come prepotenza, arroganza, prevaricazione, capriccio assurdo di chi ha tutto (denaro, talento, una bella fidanzata…) io ci vedo altro. Quello con cui io e buona parte delle famiglie adottive facciamo i conti tutti i giorni. Inutile cercare di spiegare oltre. Non sono riuscita a farlo capire se non a chi condivide con me lo stesso percorso.

Sull’argomento girava ieri un comunicato stampa dell’Aibi, l’associazione Amici dei Bambini. Cominciava così: «Certo era difficile, l’altra sera, rimanere indifferenti di fronte alle bizze di un giovane giocatore in occasione della partita più importante della stagione giocata dalla sua squadra. E questo indipendentemente dal fatto di essere tifosi o meno di una squadra di calcio: lì su quel campo si stava consumando un dramma. Un ragazzo, uno dei tanti nostri figli, che apparentemente ha avuto dalla vita tutto ciò che un coetaneo può solo lontanamente immaginare ad un tratto, in un modo imprevedibile ed inaspettato, si erge contro il mondo con un atto di violenta ribellione. “Questa maglia che per me rappresenta tutto ciò che ho, io la rifiuto!!!”. In questi giorni, dopo il “fatto” – scrive l’addetta stampa dell’Aibi che da trentanni lavora anche coi bambini adottati – ho cercato di scoprire negli articoli delle varie testate giornalistiche (non c’è giornale che non abbia dedicato colonne e colonne di commento) i motivi di tale inspiegabile atteggiamento. Onestamente non ne ho trovati, ma a nessuno dei tanti commentatori è mai venuto in mente di leggere nuovamente nel passato di Balotelli?».

A me sì. Per questo ‘Io sto con Balotelli’.

Io sto con Balotelli ultima modifica: 2010-04-24T21:13:00+02:00 da Mariella Caruso

Pubblicato il 24-04-2010  

Sull'autore

Mariella Caruso

Giornalista professionista per il settimanale Telesette, mamma e nonna. Vado in giro, incontro gente e qui racconto di me, del cibo che assaggio e cucino, della gente che incontro e della mia Sicilia

5 commenti

  • io sto con Balotelli perchè non è permesso a nessuno di dare del “figlio di Puttana” ad un giocatore solo dopo 3 minuti che entra in campo (dopo mesi che viene tenuto in tribuna!) e non mi dite che non è vero perchè il “labiale” era più che chiaro!!!

  • massima condivisione sotto l’aspetto della comprensione umana, tuttavia far passare a Mario certi atteggiamenti e comportamenti sarebbe solo un altro modo per fargli del male. La comprensione non può essere giustificazione altrimenti diventa commiserazione. Il grande circo del calcio moderno è certamente spietato ma così è x tutti, o ci stai o te ne vai. Non ho, purtroppo, visto Mario adoperarsi fuori dal campo in favore di iniziative che sensibilizzino rispetto a questioni come adozione, razzismo, diritti. Se vuoi fare il bullo, ricco e opportunista (vedi la scelta di Raiola come procuratore) te ne assumi la responsabilità e gli inevitabili effetti. Toy

  • Caro Toy, nella mia riflessione non c’è ‘approvazione’ per i comportamenti di Balotelli. Ognuno si assume in prima persona le conseguenze dei propri comportamenti e Balotelli non farà eccezione a questa ‘regola’ che non ha alcun bisogno di essere codificata.
    La mia vuole essere solo una lettura diversa di un caso che quasi unanimamente viene categorizzando esclusivamente come frutto dell’arroganza, dell’essere viziato e chi più ne ha, più ne metta. Ogni tanto a tutti farebbe bene guardare dietro le apparenze. Non per giustificare ma per cercare di allargare i propri orizzonti. Io non conosco Balotelli, ho solo guardato la faccenda da un’altra angolazione.
    Mariella

  • Ho già espresso, in tempi non sospetti, il desiderio di vedere supermario candidato al governo per il centrosinistra. Il mondo, però, è difficile e anche Mario deve scendere in trincea come tutti gli altri, quale che sia il loro passato.

  • Messo così, Mariella, non fa una grinza “stare” con Balotelli. E credo che tutti sarebbero d’accordo, soprattutto se lui facesse il professore d’università, o il muratore piuttosto che l’impiegato del catasto. Gli è che fa il calciatore, e che tifa di calcio non è disposto – almeno non più di tanto – alle sottigliezze sociologiche. Nemmeno chi non tifa molto ne è disposto, ma magari è inorridito da chi è calciatore e bamboccione, o da chi (appena può o il portafoglio che lo rende strafotente glielo permette) si mette a frequentare compagnie balorde subito, quasi in un amen. E lo fa senza la scusa o meno di essere adottato, ma semplicemente perché quello insulso è magari ik suo ambiente naturale. A me, tanto per fare un esempio, quando Francesco Coco frequentava Corona faceva schifo uguale. E attenzione a non giustificare tutto solo per la sua condizione di adottato: quando la mente si fa strafottente diventa troppo facile usare il disagio come alibi. E poi, per dimenticare le proprie “sfortune” magari basta pochissimo: anche solo una serata con un branco di arricchiti imbecilli diventati subito grandi amici. Altra cosa è la comprensione per chi “vive” una situazione di disagio conseguente all’adozione, e qui mi fermo perché non ho gli strumenti per andare oltre. E mi basta leggere le tue righe, cara collega, per capire quanto possa essere difficile. Un abbraccio, forte.

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