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I-Pad o non I-Pad… questo è il problema


In bilico… non tra santi e falsi dei, come cantavano i Negramaro evocando un Estate che almeno a Milano non si decide ad arrivare, ma fra tradizione e tecnologia. Una lotta impari, almeno in apparenza. Chi preferirebbe continuare a fare il bucato a mano piuttosto che utilizzare la lavatrice? In realtà c’è ancora, come si ostina a fare la mia mamma, a preferire la spugna insaponata alla lavastoviglie. Questione di punti di vista. Gli stessi sui quali mi trovo a riflettere anch’io da un paio di giorni a questa parte, ovvero da quando l’I-Pad ha fatto il suo ingresso trionfale anche in Italia. La tavoletta di Steve Jobs, rivoluzionario oggetto destinato (dicono) a rappresentare il primo vero passo verso l’addio ai giornali di carta e, ancora di più, ai libri riuscendo lì dove gli e-reader hanno fallito, ha scatenato un intenso dibattito tra la mia parte razionale e quella irrazionale.

Premesso che l’I-Pad sarà uno dei regali che mi farò quanto prima appartenendo già a quella nuova generazione di lettori digitali che gongolano nel pensare di poter leggere i giornali ancora prima di alzarsi, non riesco comunque ad immaginare la mia vita senza quel godurioso piacere che si prova nel girare le pagine di un libro, perdersi nel profumo di una libreria, sottolineare le frasi destinate a rimanere nella memoria… o, come mi ha ricordato un amico, addormentarsi in spiaggia mettendosi il libro sul viso. Tutte cose impossibili tenendo fra le mani un I-Pad.

Di contro razionalmente mi stuzzica l’idea di andarmene in giro con una libreria mobile, decine e decine di titoli a portata di tablet, mesi di quotidiani consultabili con un clic dovunque io sia senza dover fare, periodicamente e con grande rammarico, piazza pulita delle pile di giornali che accumulo in ogni angolo della casa.

Quindi ricorrerò a una forma di ‘compromesso storico’ tra le mie due anime con l’I-Pad insostituibile strumento di lettura con il quale snellire la libreria lasciando spazio ai libri che lo meritano… a partire dal ‘Giornalino di Gian Burrasca’, prima ed insostituibile lettura della mia infanzia trovata anche in rete… ma senza la sua copertina verde smeraldo per merito della quale imparai a nuotare (ma questa è un’altra storia).

I-Pad o non I-Pad… questo è il problema ultima modifica: 2010-05-30T22:38:00+02:00 da Mariella Caruso

Pubblicato il 30-05-2010  

Sull'autore

Mariella Caruso

Giornalista professionista per il settimanale Telesette, mamma e nonna. Vado in giro, incontro gente e qui racconto di me, del cibo che assaggio e cucino, della gente che incontro e della mia Sicilia

4 commenti

  • Sì, anch’io conosco chi si ostina a non voler usare la lavastoviglie. Ma l’iPad non ha le prestazioni di un computer vero, e non fa nulla che un computer non possa fare, a parte fare un po’ da lettore di ebook. Libri e giornali sono scaricabili con un portatile qualsivoglia e non penso che le applicazioni siano irrinunciabili per chi finora ha vissuto benissimo senza quelle dell’iPhone. Penso che tu abbia letto gli “imparziali” articoli su quotidiani vari: mi sa tanto che siano stati scritti da chi, come minimo, l’iPad l’ha avuto in regalo.

  • Andrea, conosco l’«imparzialità» degli articoli. Ma mi affascina l’idea di portarmi il giornale e i libri dovunque… dal metro alla spiaggia, posti dove un computer portatile sarebbe difficile utilizzarlo

  • premesso che io non uso la lavastoviglie, però davanti alla tecnologia sono come un bambino drogato, eppure anche io sono dilaniata dai dubbi. non tanto sull’i-pad, da quello che ho letto sono d’accordo con andrea, me sembra solo un grosso e costoso gadget. però sono mesi che mi rigiro fra lòe mani l’idea dell’e-reader e il mio problema è lo stesso che hai tu. sono cresciuta in mezzo ai libri, all’odore di quelli nuovi e alla polvere di quelli vecchi. sfogliarli, leggerli e rileggerli, vedere la carta che si invecchia e si stropiccia quando sono stati vissuti molto, sono tutte sensazioni a cui faccio fatica a rinunciare. d’altronde avendo un compagno allergico alla polvere e avendo già passato il trauma della divisione/dismissione di tutto il patrimonio librario di mio padre sono tentata dall’idea di non accumulare altra carta. che ti devo dire, è un grosso dilemma…

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