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Carlo Cracco confidential tra personaggio e persona

 

Carlo Cracco con Aldo Romersa presenta Cracco Confidential (Foto Mariella Caruso)

 

La televisione ha pregi e difetti. Il peggiore di questi ultimi è quello di creare personaggi che, spesso e volentieri, non somigliano affatto alle persone reali. Perché in tv, chi più chi meno, tutti interpretano una parte. Se poi ci si mette in mezzo la post-produzione la costruzione dei personaggi raggiunge l’apice e della “persona reale” rimane poco. Un personaggio al quale la televisione in primis, e la post-produzione poi, non ha fatto un gran favore è Carlo Cracco mostrato come il collerico chef pronto a giocare col suo fascino per ammaliare improvvide concorrenti e, naturalmente, il pubblico femminile del piccolo schermo.

A cercare di mettere una pezza a quell’aura di “cattivo” costruitagli intorno da cooking talent show come le versioni italiane di Masterchef ed Hell’s Kitchen, e rimettere un po’ in sintonia persona e personaggio, ecco arrivare Cracco Confidential, il docufilm di Nove (lo potete guardare qui) in cui lo chef vicentino racconta la genesi del suo progetto Cracco in Galleria. «Dal vivo è una persona amabile, completamente diverso da quello che vediamo in televisione», è infatti una delle frasi pronunciate da un amico e cliente nelle prime battute del docufilm. «Un prodotto dalla valenza internazionale», come ha sottolinea il direttore di Nove, Aldo Romersa, alla presentazione stampa alla quale mi sono precipitata per una valida ragione: dare una sbirciatina al piano superiore.

Carlo Cracco (foto Mariella Caruso)

Come il docufilm anche il progetto Cracco in Galleria, di per sé – al di là della simpatia o antipatia per lo chef – ogni italiano in quanto tale dovrebbe apprezzare. Tanto per cominciare perché è un esempio di italianità assoluta nel salotto buono di Milano, città che, con buona pace di tutti, è diventata una meta turistica importante per il nostro Paese. E poi, perché, come ha spiegato Cracco (che, beninteso, non conosco personalmente anche se ho avuto occasione di scrivere di lui, qui potete leggerne), «se fosse stato un progetto facile mica lo davano a me, alla pappa pronta chiunque può accedere».

Di Cracco persona so poco, ma di certo gli occhi bassi quando parla e la pacatezza delle sue parole fanno a pugni con il personaggio che gli è stato cucito addosso. «Solo in cucina sono veramente me stesso», ammette ricordando i tanti dubbi che l’hanno assalito durante l’ultimo anno rendendosi ben conto dei rischi dell’avventura che ha cominciato. «Chiudere un ristorante che funziona è un delitto», riflette a voce alta. Lui, però, l’ha fatto «per tornare a vedere la luce oltre la cucina». «Anche il desiderio di Gualtiero Marchesi era quello di spostarsi in Galleria – ricorda -.  Quando Marchesi seppe che avevo preso questo posto mi chiese: ‘Sei sicuro?’. Gli risposi ‘Non lo so’. Oggi il rammarico più grande è che non è più qui con noi per farglielo vedere».

Adesso se non rose fioriranno. E non saranno le polemiche varie (dalla quella sulla perdita della stella all’altra sulla qualità della pizza del bistrot fino a quella sui prezzi del menù messi sotto la lente d’ingrandimento anche da chi non si fermerà mai nemmeno al banco della caffetteria) a intaccare la bontà di un lavoro che, di sicuro, è stato fatto con grande passione e molta serietà e che si estende anche a Carlo e Camilla in Segheria e Garage Italia, gli altri due locali milanesi di cui è socio e in cui crede. «Ho anche una consulenza per Ovo a Mosca, ma – sottolinea – non credo a questo tipo di collaborazioni, mi piacciono di più i progetti che rimangono».

E infine: «Non sono perfetto, né bravo come si pensa. Un po’ come i piatti, buoni e di meno buoni, basta non fare assaggiare i secondi», sorride. Lo fa un po’ meno parlando di tv. «Ho abbastanza da fare per pensare a un progetto televisivo – conclude -. Da qui a un anno di sicuro no, da qui a 5 anni non lo so. Di sicuro Masterchef no». E come dargli torto dopo la messa in scena del suo funerale?

 

Le brioche di Carlo Cracco sono da assaggiare

Ps: se volete un consiglio provate le brioche di Cracco in Galleria che sono alla portata di tutti. Dopo averne addentata una sogno solo un’intervista al pastry chef.

Mariella Caruso

Carlo Cracco confidential tra personaggio e persona ultima modifica: 2018-04-20T21:55:51+02:00 da Mariella Caruso

Pubblicato il 20-04-2018  

Sull'autore

Mariella Caruso

Giornalista professionista per il settimanale Telesette, mamma e nonna. Vado in giro, incontro gente e qui racconto di me, del cibo che assaggio e cucino, della gente che incontro e della mia Sicilia

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